Risorse necessarie nello studio

Risorse necessarie nello studio

Quando ci si accinge a studiare, è necessario avere a disposizione tutto ciò che ci serve. Le risorse necessarie le possiamo dividere in due tipi: pratiche e fondamentali.

Le risorse pratiche riguardano il materiale di cancelleria, che deve essere sistemato a portata di mano, per evitare di dover abbandonare continuamente la postazione di studio/lavoro e far calare l’attenzione. Inoltre, le risorse pratiche sono il computer o tutti gli strumenti tecnologici necessari, i libri di testo, ma anche la rete di conoscenze. La rete di conoscenze può risultare molto importante, quindi colleghi di università, compagni di scuola, community on line di studenti.

Ovviamente è importante anche una buona connessione internet, un luogo tranquillo in cui studiare e uno spazio per deconcentrarsi.

Le risorse fondamentali sono le abilità metacognitive.

Per abilità metacognitive si intende la consapevolezza dei propri processi cognitivi e del proprio stile di apprendimento; del proprio canale sensoriale di sensoriale di prevalenza; del proprio livello di attenzione, quindi la conoscenza di cosa sia e come funzioni l’attenzione; la capacità di prevedere e progettare azioni, quindi di orientare il pensiero verso il futuro e verso il passato, attraverso l’azione del monitorare e dell’autovalutarsi. Inoltre, la capacità di controllare le strategie mentali utilizzate per elaborare le informazioni, assumere decisioni, svolgere compiti, risolvere problemi, essere consapevoli delle strategie per “apprendere ad apprendere”.

Tutte queste conoscenze le puoi approfondire nella consulenza sul metodo di studio, un percorso pratico che ti porterà a studiare in modo strategico.

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Stefania de ieso

Pedagogista-Educatrice professionale

Amo insegnare aiutando lo studente in tutte le sue difficoltà, trasmettendogli gli strumenti per superare le proprie lacune.


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Come devono essere le sfide cognitive?

Come devono essere le sfide cognitive?

Come devono essere le sfide cognitive

Affrontare un’interrogazione, una prova scritta, un esame o una riunione di lavoro importante possiamo considerarla una sfida cognitiva.

Allora, come devono essere impostate le sfide cognitive?

La prima cosa che devi guardare è il grado di difficoltà, cioè non devono essere al di sopra delle tue possibilità, ma moderatamente difficili, il che vuol dire né troppo semplici, perché in questo caso non impareresti nulla, né troppo difficili, perché ti risulterebbero impossibili da affrontare. Facciamo un esempio, se devi studiare la storia degli Egizi non fare riferimento ad un programma di quarta elementare, ovvio se tu non hai 9 anni, ma punta su un programma più corposo e dettagliato se sei più grande, sarebbe una sfida comprendere tutti gli intrecci storici dell’epoca.

L’attenzione viene stimolata quando c’è qualcosa di più complesso da capire e da rielaborare, ma il troppo complesso può porre eccessivi ostacoli che potrebbero far perdere fiducia e autostima, quindi sappi bilanciare le tue risorse.

Ognuno di noi deve imparare sul campo dove arriva la propria asticella oltre il quale non si riesce ad andare. Per esempio, se non sei un genio della matematica, nelle prove punta a risolvere i problemi medi, generalmente i professori inseriscono nelle prove problemi facili, medi, difficili, tu punta su una sfida che puoi vincere avendo gli strumenti per farlo; poi chissà con l’allenamento riuscirai a risolvere anche quelli più difficili. La stessa cosa vale nel lavoro, non proporti in un ruolo se senti di non essere pienamente capace di gestirlo o se ti trovi a doverlo fare poni le cose nel modo in cui puoi gestirle, secondo la tua personalità e capacità.

Insomma, le sfide devono stimolarci e per questo arricchirci, ma mai demoralizzarci e abbassare la nostra autostima, soprattutto mai guardare cosa fanno gli altri. Ognuno porta se stesso in tutto ciò che fa e così dona se stesso agli altri, che lo voglia intenzionalmente o meno, perché il nostro lavoro è qualcosa che diamo via, cioè agli altri.

Le nostre sfide cognitive devono portare fuori chi siamo, per questo ci incuriosiscono e ci arricchiscono.

Buona sfida cognitiva!!

Tante altre informazioni le potrai conoscere nella consulenza sul metodo di studio, un percorso pratico che ti porterà ad apprendere in modo strategico.

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Perchè studiare?

Perchè studiare?

Perché studiare? Per prendere dei bei voti e sentirsi dire “wow, sei intelligente” oppure “Bravo!” dai genitori o da chi vogliamo bene o per ottenere l’ammirazione da parte delle persone in generale?

No, il vero motivo per cui studiare è semplicemente per te stesso.

Ok, tu puoi dire adesso “a me non interessa, a me va bene riuscire a prendere la sufficienza e ottenere un pezzo di carta che richiedono ormai dappertutto”. Ok, ci sta, non ti interessa e non lo vuoi fare, bene allora realizzati in qualcos’altro, poi sicuramente anche qui ti chiederanno di imparare a fare delle cose e tu ti troverai a doverle apprendere, a fisarle nella mente, ma non saprai come fare perché lo studio avevi deciso che non ti interessava. Ops, quindi? Adesso…

Noi siamo nati per apprendere, società moderna o meno, la storia dell’uomo e il cervello dell’uomo si basa sull’apprendimento. Si è confuso l’apprendere con lo studiare. Studiare significa fissare nella mente ciò che si è appreso, tutto qua. Quindi, studi, cioè fissi i contenuti del tuo apprendimento, sempre, in ogni cosa della vita. Allora, adesso sarai d’accordo con me che dire “non mi interessa studiare” non ha senso, si impara a studiare e si studia per se stessi.

Poi c’è chi ti dirà che molte discipline non servono nella vita, in realtà le discipline sono schemi mentali, abiti che mentalmente indossiamo quando dobbiamo affrontare il mondo ed è un po’ come in pieno inverno avere addosso un bel maglione nuovo di lana, bello caldo, invece di un maglione infeltrito tutto spelacchiato che è un po’ corto e un po’ lungo. Più risorse avrai e più riuscirai a fare. Non mi riferisco al guadagnare tanti soldi, ma a fare nella vita ciò che ti piace, che desideri e più risorse avrai e più possibilità avrai di arrivare dove vuoi.

La meta non è uguale per tutti, conta il benessere, e il bene che possiamo fare con le nostre attività; quindi, più apprendimenti abbiamo e più possiamo dare a noi stessi e agli altri.

Quindi, impara a studiare per te stesso!

Se sei incuriosito e vuoi imparare un metodo di studio strategico Lascia i tuoi dati, ti ricontatterò al più presto.

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Cosa può causare distrazione?

Cosa può causare distrazione?

Ci sono molte cause che conducono alla distrazione, dal modo errato di organizzare lo studio, alla bassa autostima che fa percepire come inadeguati ad apprendere.

Lo stato fisico ed emotivo, inoltre è molto importante, perché in uno stato di malessere la mente tende a chiudersi e risulta molto faticoso mantenere costante l’attenzione, ci vorrà più sforzo e, in alcuni casi, risulterà impossibile. La soluzione sarebbe rimuovere definitivamente la causa del malessere, ma ovviamente la vita non dà sempre questa possibilità perché le situazioni possono essere varie e complesse. La soluzione più saggia è prendersi cura di sé, cercare dei punti di riferimento, non chiudersi in se stessi e accettare che la vita è un percorso ad ostacoli a volte insidioso.Qualsiasi traguardo vorrai raggiungere nella vita lo otterrai con la determinazione, cioè la capacità di persistere nel percorso, con un genuino senso del dovere e con un’alta motivazione. Se non credi in te stesso, difficilmente lo farà qualcun altro, gran parte delle persone generalmente si sofferma sull’aspetto esterno delle cose e erroneamente si giudica al primo impatto, sii tu a darti fiducia, a imparare ad ascoltarti e a criticarti se necessario, sempre con gentilezza, amore e fiducia. Nessuno può sapere con esattezza quali risorse hai dentro di te, le persone valutano il mondo in base alla loro esperienza, a ciò che a loro piace o non piace. Non essere in attesa costante dell’approvazione degli altri, osa, agisci, perché le invenzioni migliori al mondo le ha create chi aveva idee considerate irrealizzabili o sciocche. Questa società spinge ad essere i migliori e quando veramente c’è qualcuno di brillante, cosa fa? Eh sì, gli mette i bastoni tra le ruote perché ragionano con la loro testa e se una cosa non è limpida la rifiutano, sono coerenti e onesti; questa è la vera intelligenza. Quindi, impara a capire da solo quando un lavoro è ben fatto, se arrivano i complimenti, ben venga, se no pazienza, dii a te stesso “Bravo!” e vai avanti.


Ci sono delle trappole da evitare e dei segreti dell’attenzione, come evitare il sovraccarico cognitivo, cioè l’inserire troppi contenuti in tempi stretti senza avere il tempo di approfondirli e assimilarli.
Gli altri segreti dell’attenzione li potrai conoscere nella consulenza sul metodo di studio, un percorso pratico che ti porterà a studiare in modo strategico.
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Cosa sono gli stili di apprendimento?

Cosa sono gli stili di apprendimento

Gli stili cognitivi di apprendimento sono il nostro modo personale di afferrare ed elaborare le informazioni. Ogni persona ha uno stile prevalente, ma ciò non impedisce l’uso di tutti gli altri, anche perché non esistono persone con uno stile puro.

Vari autori hanno studiato l’argomento e descritto più stili cognitivi di apprendimento, tra i più conosciuti vi sono: stile globale vs analitico; stile sistematico vs intuitivo; stile visivo vs verbale; stile teorico vs pratico; stile impulsivo vs riflessivo; stile divergente vs convergente; stile dipendente vs indipendente. Come già detto è raro che vi siano persone con uno stile puro, bisogna immaginare che vi sia una linea orizzontale con all’estremità i due stili, lungo questa linea si posizionano le persone, quindi con varie percentuali di stili (stile globale stile analitico). Capire come funziona il nostro modo di elaborare le informazioni diventa fondamentale per affrontare le varie sfide cognitive quotidiane, non solo scolastiche o lavorative. Tante altre informazioni su come usare nel dettaglio i vari stili le potrai conoscere nella consulenza sul metodo di studio, un percorso pratico che ti porterà ad apprendere in modo strategico.
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Studio universitario: qual è il metodo di studio migliore?

Studio universitario: qual è il metodo di studio migliore?

Lo studio universitario presenta delle caratteristiche differenti, vediamo i vantaggi e gli svantaggi.

Il primo vantaggio:

si studia 1 o 2 materie per volta, quindi si ha il tempo di approfondire con calma la disciplina e soffermarsi su ciò che si sa di non aver compreso molto bene. Diminuisce il rischio di interferenza nella memorizzazione di più argomenti e ci si può organizzare in modo più flessibile e liberamente con creatività.

Lo svantaggio qual è? Il concentrarsi sullo stesso argomento può rendere monotono lo studio.

Secondo vantaggio:

la gestione autonoma dello studio. Non c’è il professore che ti monitora, ma sei tu che devi gestirti, monitorare la tua preparazione, decidere quanto studiare, come studiare e verificare se la comprensione dell’argomento è buona, quindi la qualità del tuo studio.

Svantaggio: se non hai raggiunto un’autonomia di gestione e non sai qual è il modo giusto di studiare per te, rischi di sbandare e non arrivare a sostenere l’esame o di arrivarci stravolto, esausto, talmente stanco da ricordare poco e prendere appena un 18.

Terzo vantaggio:

l’apprendimento di materie nuove e di nuovi linguaggi. Adesso ti domanderai dove sta il vantaggio. Semplice, nell’elemento novità. Eh, sì. La nostra mente è fatta per apprendere, quindi nuovi argomenti sono stimolanti, ci arricchiscono e aumentano la nostra autostima. Ma come avrai già capito ad ogni vantaggio corrisponde sempre l’altra faccia della medaglia, ovvero uno svantaggio. In questo caso lo svantaggio è che se non si hanno delle tecniche di memorizzazione per i nuovi termini sembrerà tutto una tortura! Inoltre, se non c’è alla base una passione verso il percorso che si sta affrontando non se ne vedrà il motivo di cimentarsi in questo impegno.

Molti pensano di riprodurre lo stesso metodo di studio usato alle superiori, ma poi si rendono conto che non sempre funziona o usarlo richiede uno sforzo in più e qui si darà la colpa alla mole di pagine da studiare, quando molto probabilmente il vecchio metodo non va semplicemente più bene. Può darsi che il metodo usato fino a quel momento va solo riadattato o forse andava bene per ciò che richiedevano i professori delle superiori, ma non più per l’ambiente universitario.

 

Quindi, la chiave sta nel metodo di studio.

Se usato in modo strategico può garantire un sereno percorso universitario e, soprattutto la sua conclusione.

Se vuoi approfondire l’argomento e ti interessa imparare un metodo strategico di studio  lascia i tuoi dati, ti ricontatterò al più presto.

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